Il valore della Blue Economy al centro dell’ultimo rapporto nazionale curato da Unioncamere e Istituto Tagliacarne

Il valore della Blue Economy al centro dell’ultimo rapporto nazionale curato da Unioncamere e Istituto Tagliacarne

La cosiddetta Blue Economy produce in Italia 51,2 miliardi di valore aggiunto collocandosi al terzo posto nel ranking europeo con un peso specifico pari al 13,5%. Lo rileva l’ultimo rapporto nazionale sull’economia del mare realizzato da Unioncamere e Centro Studi delle Camere di CommercioGuglielmo Tagliacarne, che ha analizzato sette filiere del settore: ittica, industria delle estrazioni marine, cantieristica, movimentazioni di merci e passeggeri, servizi di alloggio e ristorazione, attività sportive e ricreative, ricerca, regolamentazione e tutela ambientale.

Il rapporto segnala che l’effetto moltiplicatore della Blue Economy è pari a 1,7. Questo significa che per ogni euro di valore aggiunto prodotto se ne attivano altri 1,7. Pertanto, 51,2 miliardi di valore aggiunto prodotto dall’economia del mare ne attivano altri 84,8 per un totale di 136 miliardi di euro di valore aggiunto che rappresentano il 9,1% della ricchezza nazionale. Tra i comparti che hanno una forza moltiplicativa maggiore, ai primi posti troviamo movimentazione di merci e passeggeri con un coefficiente di 2,8 e la filiera della cantieristica con un moltiplicatore pari a 2,4.

Importante è il valore aggiunto delle macroaree che vede il Mezzogiorno al primo posto come incidenza sulla sua economia globale dove pesa per l’11,2%. Altro indicatore significativo è il coefficiente di crescita del valore aggiunto della Blue Economy e la sua comparazione con quello dell’economia totale nazionale. Dalla comparazione dei dati si evince che l’economia totale è decresciuta nel 2020 rispetto al 2019 facendo segnare un –7,2%, mentre l’economia del mare è viceversa cresciuta del +3,4%.

Anche nella dinamica del tessuto imprenditoriale c’è stata una controtendenza: la Blue Economy con le sue 224.677 imprese registrate nel 2021 è cresciuta nel biennio 2021 – 2019 del 2,8%, mentre il numero delle imprese del totale dell’economia ha fatto nello stesso biennio un – 0,4%.

Il rapporto, infine, ha misurato la percentuale di imprese che hanno investito, nel periodo 2016-2020, in sostenibilità ambientale, sia sotto forma di nuovi processi in linea con la transizione ecologica che in nuovi prodotti. Anche in questo caso alle imprese della Blue Economy spetta la medaglia d’oro, in quanto il 29,10%di loro ha fatto investimenti in tal senso contro 22,50 del totale delle imprese Italiane.

(Fonte Repubblica.it)